Il cinema italiano deve ancora una volta vestire di nero: è morta a 95 anni Gina Lollobrigida, una delle più grandi interpreti del cinema italiano. Nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, a settembre era stata dimessa dall’ospedale dopo una brutta caduta che le era costata la rottura di un femore e una conseguente operazione.
L’Italia piange così la scomparsa della sua celebre Bersagliera, vincitrice di sette David di Donatello e per sempre legata al cinema italiano del neorealismo. Ha lavorato con i più grandi, anche internazionali, e negli ultimi anni si era dedicata alla fotografia. A febbraio del 2018 Hollywood l’aveva omaggiata con una stella sulla celebre Walk of Fame.
Una carriera che parte da lontano quella di Gina Lollobrigida. Trasferitasi nel 1944 appena diciassettenne con la famiglia in una Roma ancora occupata dai nazisti, esordisce a teatro nello stesso anno per poi diventare un volto noto dei fotoromanzi. Esperienze che gli aprono in seguito le porte in alcune produzioni di Cinecittà nel ruolo di comparsa e controfigura. Nei primi anni ’50 prende parte a pellicole come Achtung! Banditi! (1951) di Carlo Lizzani e Fanfan la Tulipe (1952) di Christian-Jaque, film premiato con l’Orso d’argento al Festival di Berlino che rappresenta il primo successo fuori dai confini italiani dell’attrice.
Nel 1953 è in Pane, amore e fantasia di Luigi Comencini, dove recita a fianco di Vittorio De Sica. Qui interpreta il ruolo del personaggio noto come la Bersagliera, grazie al quale si afferma definitivamente sulla scena internazionale. L’anno successivo è invece il turno del sequel Pane, amore e gelosia sempre diretto da Comencini, recitando inoltre in La romana (1954) di Luigi Zampa e La donna più bella del mondo (1955) di Robert Z. Leonard, pellicola dove dà prova di inaspettate doti da cantante lirica.
In seguito la sua carriera internazionale prese il volo grazie a produzioni hollywoodiane come Il tesoro dell’Africa (1953) di John Huston, con Humphrey Bogart e Jennifer Jones e Il maestro di Don Giovanni (1954) di Milton Krims, dove recita a fianco di Errol Flynn. Gli anni ’50 la vedono inoltre impegnata in altri grandi successi come Trapezio di Carol Reed, dove viene affiancata da Burt Lancaster e Tony Curtis; Il gobbo di Notre Dame (1956) di Jean Delannoy, dove la vediamo nel ruolo di Esmeralda, e Sacro e profano (1959) di John Sturges, nel quale recita insieme a Frank Sinatra e Steve McQueen.
Nel 1961 fu protagonista insieme a Rock Hudson, Bobby Darin e Sandra Dee in Torna a settembre di Robert Mulligan, film che le valse un Golden Globe ‘Henrietta Award‘ come Miglior attrice del mondo, mentre l’anno successivo fu invece in Venere imperiale di Jean Delannoy nel ruolo di Paolina Bonaparte, che le portò un David di Donatello e un Nastro d’argento alla Migliore attrice protagonista.
Nel 1972 avviene il suo esordio assoluto in una produzione televisiva interpretando il ruolo della Fata Turchina nell’iconico sceneggiato RAI Le avventure di Pinocchio, dove viene nuovamente diretta da Luigi Comencini. La produzione viene acclamata da più parti e ne riafferma ulteriormente la popolarità presso il pubblico nostrano.
Negli anni successivi decide di abbandonare progressivamente il cinema abbracciando la fotografia, passione che la porterà a pubblicare inoltre alcuni reportage, immortalando alcuni delle più importanti personalità dell’epoca, tra cui Audrey Hepburn, Paul Newman, Henry Kissinger e Salvador Dalí. Inoltre si dedica con profitto alla scultura riuscendo ad ottenere esposizioni in tutto il mondo, in particolar modo negli USA, in Cina, Francia e Russia.
Nel 1984 fa in tempo a guadagnarsi una nuova candidatura ai Golden Globe alla Miglior attrice non protagonista in una serie grazie alla sua partecipazione al serial Falcon Crest. Successo che la porterà a prendere parte ad alcune delle più famose serie TV americane per il resto della decade, mentre a partire dagli anni ’90 si limiterà ad alcune sporadiche apparizioni tra cinema e televisione.
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Fonte: ANSA
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