Don’t Worry Darling, Olivia Wilde e Harry Styles illuminano Venezia 79: «Non curatevi del gossip, ma di chi vi sta vicino»

La regista ha parlato anche di Florence Pugh, assente dalla conferenza stampa, spegnendo però polemiche e insinuazioni sul suo rapporto personale con l'attrice: «La sua Alice è il supereroe che vorrei vedere». L'uscita del film è fissata per il prossimo 22 settembre

Don’t Worry Darling, Olivia Wilde e Harry Styles illuminano Venezia 79: «Non curatevi del gossip, ma di chi vi sta vicino»

La regista ha parlato anche di Florence Pugh, assente dalla conferenza stampa, spegnendo però polemiche e insinuazioni sul suo rapporto personale con l'attrice: «La sua Alice è il supereroe che vorrei vedere». L'uscita del film è fissata per il prossimo 22 settembre

Olivia Wilde Harry Styles

A Venezia 79 è il gran giorno di Don’t Worry Darling, con l’arrivo al Lido della regista Olivia Wilde e degli attori Harry Styles e Florence Pugh, che però non è stata presente in conferenza stampa, probabilmente per schivare le domande sulle tante polemiche che hanno coinvolto il film in merito al licenziamento di Shia LaBeouf e le sue circostanze (alle dichiarazioni della Wilde aveva infatti seguito la smentita, che contraddiceva la versione dell’attrice e cineasta, di LaBeouf stesso).

I protagonisti della storia, Alice (Pugh) e Jack (Styles), vivono nella comunità idealizzata di Victory, la città aziendale sperimentale che ospita gli uomini che lavorano al progetto top-secret Victory e le loro famiglie. L’ottimismo della società degli anni Cinquanta, propugnato dall’amministratore delegato Frank (Chris Pine) – in egual misura visionario aziendale e life coach motivazionale – caratterizza ogni aspetto della vita quotidiana nell’affiatata utopia del deserto.

Mentre i mariti trascorrono ogni giorno all’interno del quartier generale del Victory Project, lavorando allo “sviluppo di materiali avanzati”, le loro mogli – tra cui l’elegante compagna di Frank, Shelley (Gemma Chan) – possono trascorrere il loro tempo godendosi la bellezza, il lusso e la dissolutezza della loro comunità. La vita è perfetta, con tutti i bisogni dei residenti soddisfatti dall’azienda. Tutto ciò che chiedono in cambio è discrezione e impegno indiscusso per la causa di Victory.

Ma quando iniziano ad apparire delle crepe nella loro vita idilliaca, mostrando sprazzi di qualcosa di molto più sinistro che si nasconde sotto la facciata attraente, Alice non può fare a meno di chiedersi esattamente cosa stiano facendo a Victory, e perché. Quanto è disposta a perdere Alice per svelare ciò che sta realmente accadendo in questo paradiso?

Foto: Elisabetta A. Villa/Getty Images)

«Sono stata molto ispirata dall’iconografia americana degli anni ’50 e ’60, da architettura, arte, film e musica di quel periodo, e ho cercato di restituire il clima del tempo anche con scenografie e costumi – ha esordito Olivia Wilde in conferenza stampa – Quello del film è un mondo all’insegna della Vittoria, molto seduttiva, ma anche metaforica e paradossale, dove tutto è meraviglioso ma anche sinistro. Con la mia eccellente sceneggiatrice Katie Silverman eravamo molto interessate al lato problematico della nostalgia e abbiamo iniziato a scrivere il film nel periodo del Make America Great Again».

«Sicuramente c’è anche l’eco di tanti eventi realmente accaduti, come il Manhattan Project, dove le mogli degli scienziati che lavorano alla bomba atomica avevano l’accordo di non fare domande, porre interrogativi era un privilegio – ha aggiunto la regista, alla sua opera seconda dopo La rivincita delle sfigate (Booksmart) – Ci sono anche dei riferimenti all’ideologia del fascismo, visto che si parla di potere e di abuso di potere. È una storia senza tempo che parla del controllo del corpo di qualcuno, inducendo a farsi domande sul ruolo delle istituzioni. Il nostro è un film intrattenimento, ma anche anche un cavallo di troia per provocare il dibattito, le rotture sono fondamentali per la società».

Foto: Elisabetta A. Villa/Getty Images

«Siamo stati fortunati ad avere un mondo costruito così bene, era stato creato appositamente per noi e c’era un sacco di roba meravigliosa, a cominciare dalle macchine», ha esordito invece Harry Styles, al quale hanno fatto eco i colleghi di set Gemma Chan e Chris Pine spiegando quanto l’universo fisico di Don’t Worry Darling fosse architettato a meraviglia e ben assemblato già sul set. «È stato divertente rappresentare un personaggio che appare così perfetto nel suo mondo ed è stato bello dare vita a questa finzione perché tutto è stato rappresentato in modo realistico, ci hanno forgiato tutto a meraviglia per aiutarci a giocare. Fare musica per me è qualcosa di molto personale, ma è divertentissimo fare l’attore e diventare qualcun altro, credo che le due cose possano darsi sostegno a vicenda», ha aggiunto Styles.

Riguardo la sua star Florence Pugh, Olivia Wilde si è limitata a dire di essere orgogliosa di quanto fatto dall’attrice per il film e del fatto che, nonostante gli impegni dovuti al lavoro sul set del sequel di Dune a Budapest, sia comunque potuta essere presente al festival di Venezia per accompagnare Don’t Worry Darling, rispedendo così al mittente il chiacchiericcio mediatico. «Come per tutti gli infiniti pettegolezzi dei tabloid là fuori, Internet si autoalimenta. Non sento il bisogno di contribuire, penso sia sufficientemente autoalimentato. Sono lieta che Florence possa festeggiare insieme a noi e onorata che lei sia la protagonista. Non badate a tutto il gossip, internet si basa su questo». 

La regista si è espressa anche sulla forte componente femminile del film e della troupe che vi ha lavorato, tra cui la costumista Arianne Phillips, premiata da Venezia con il riconoscimento “Campari Passion for Film”: «Tutte le donne che hanno partecipato a questo film erano interessate a esplorare il proprio ruolo nel sistema patriarcale, non mi interessava semplificare estremamente per dare vita a una parabola femminista, ma volevo una riflessione sulla nostra partecipazione come donne. Vorrei che fossimo ispirate da un’eroina come il personaggio di Alice, che è una rivoluzionaria pronta a sacrificare tutto per fare la cosa giusta. Questo è il supereroe che voglio vedere».

Styles

Foto: Elisabetta A. Villa/Getty Images

Sul tema dei social network si è accodato anche Styles con delle ulteriori considerazioni a riguardo: «L’aspetto più importante è la definizione di famiglia, amici e persone di cui scegliamo di circondarci, è quello che influenza il nostro quotidiano, più che i media o i social. Ci sono aspetti negativi che sono sotto gli occhi di tutti con i social, ma anche cose positive che vi accadono. La comunità è fondamentale. Questo film è un esempio della fiducia che dobbiamo avere nelle nostre sensazioni».

Foto: Elisabetta A. Villa/Getty Images

A proposito della sua carriera da cantante e dell’entusiasmo travolgente delle fan, che in queste ore hanno preso d’assalto il red carpet del divo, Styles ha infine concluso: «Sono enormemente grato a chi mi sostitene e soprattutto ai fan, mi danno la possibilità di essere me stesso. Mi sento già fortunato a fare quello che mi piace come lavoro. Cerco di non pensare troppo al futuro, mi godo la vita come viene, alla giornata». L’uscita di Don’t Worry Darling, che sarà distribuito al cinema da Warner Bros. Pictures, è fissata per il prossimo 22 settembre. 

Foto: Getty (Daniele Venturelli/WireImage)

Foto: Getty (Daniele Venturelli; Vittorio Zunino Celotto)

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