Il test screening di un film – o parte di esso – è quella proiezione destinata ad un pubblico ristretto e selezionato che un regista decide di fare prima di procedere al rilascio nelle sale. Le ragioni sono ovvie: sentire le prime impressioni degli spettatori e in base a quelle effettuare modifiche, tagli o reshoot per andare incontro alle esigenze del pubblico. E se a volte tutto fila liscio come l’olio, altrettante gli spettatori presenti al test finiscono per detestare il film appena visto, spingendo il regista a cambiare sostanzialmente parecchie scene o addirittura il finale. Nella gallery di oggi, scoprite: dieci film modificati drasticamente dai registi perché odiati dal pubblico.
E.T. – L’extraterrestre
Riuscireste a immaginare un finale in cui l’alieno più amato di sempre muore tragicamente? Ebbene, è ciò che si sono trovati a guardare i poveri spettatori durante il test screening, ed è inutile dire che non hanno affatto gradito. Spielberg ha così optato per una conclusione un po’ meno drammatica… ma sempre strappalacrime.
Gravity
Nonostante si sia aggiudicato ben 10 nomination agli Academy Awards 2014 e abbia vinto 7 statuette, il film di Alfonso Cuaròn non ha avuto una grande accoglienza durante i test screening. A quanto pare, il film è stato definito noioso e povero a causa dell’assenza di creature spaziali o alieni minacciosi. Volendo rimanere fedele alla sua visione di base, il regista non ha cambiato la sua storia, ma ha cercato di duplicare gli effetti speciali per rendere il film più avvincente e spettacolare di prima. E ha funzionato!
Blade Runner
Uno degli esempi più celebri di massicci cambiamenti è quello di Blade Runner. Il finale originale infatti alludeva alla possibilità che lo stesso protagonista Rick Deckard fosse un replicante, ma è stato talmente poco gradito dal pubblico al test screening da essere cambiato in favore di qualcosa che fosse più simile a un lieto fine e con una voce narrante fuori campo, la celebre voce che tutti ormai ricordiamo.
Quei bravi ragazzi
Martin Scorsese nella produzione dei suoi film ha sempre saltato la parte relativa al test screening, fino a Quei bravi ragazzi, che essendo stato fino ad allora il suo film più costoso, necessitava di qualche sicurezza in più sulla reazione del pubblico prima di essere distribuito nelle sale. Alla prima proiezione, circa 40 persone sono uscite dalla sala durante i primi 10 minuti a causa dell’eccessiva violenza, cosa che non è dispiaciuta al regista, ma che non è andata a genio alla Warner Bros., che lo ha spinto a tagliare numerose scene e alleggerirne delle altre. Il risultato è comunque grandioso.
Pretty Woman
Una delle storie d’amore cinematografiche con il lieto fine più romantico di sempre? Insomma. La sceneggiatura originale era decisamente più oscura, e prevedeva un maggiore sguardo al dramma sociale della prostituzione e della droga, con un epilogo tutt’altro che allegro: i due si lasciano, e la protagonista torna a fare la prostituta. Il regista decise di realizzare anche un lieto fine, stabilendo che avrebbe inserito nella versione definitiva quello più gradito durante i test screening. E tutti sappiamo com’è andata a finire.
Titanic
Con una durata di 195 minuti, Titanic non è certo quello che chiameremmo un film “breve”, tuttavia sappiate che la durata iniziale si avvicinava addirittura alle 4 ore! Inutile dire che al test screening il pubblico si è lamentato dell’eccessiva lunghezza, spingendo così James Cameron a tagliare numerose scene, tra cui uno scontro tra Jack e la guardia del corpo di Cal e un lungo discorso strappalacrime di Rose nella scena finale.
28 giorni dopo
Il finale originale dello zombie movie di Danny Boyle era decisamente drammatico, con il protagonista che, colpito allo stomaco da un proiettile, non riusciva a sopravvivere alle ferite mortali. Durante il test screening tuttavia il pubblico è rimasto profondamente insoddisfatto da un epilogo del genere in un film che già mostrava una realtà priva di speranze per il futuro, così Boyle ha optato per un finale leggermente più dolce, quello che conosciamo.
Le ali della libertà
Nonostante l’iniziale flop al botteghino, quello di Frank Darabont è attualmente considerato uno dei più grandi film degli anni ’90, in parte proprio grazie al suo celebre finale, in cui i due protagonisti si riuniscono in Messico come uomini liberi. Tuttavia Darabont non aveva in mente un epilogo così lineare, ma avrebbe preferito dare al pubblico il messaggio della “speranza”, lasciando la libera interpretazione sulla possibilità che Red potesse rifarsi o meno una vita fuori dalla prigione. Gli spettatori al test screening hanno però deciso che il lieto fine funzionava meglio. Voi quale preferite?
The Blair Witch Project
Riuscite a immaginare come sarebbe stato questo horror se fosse durato due ore e mezza? Decisamente troppo per un film totalmente ambientato in una foresta e in cui sostanzialmente succede ben poco di concreto. E infatti la versione originale di The Blair Witch Project non ha superato il test screening di Orlando, dal quale il pubblico è uscito letteralmente distrutto. La successiva versione di 81 minuti è stata decisamente più acclamata!
The Descent
L’horror britannico del 2005 si conclude con un finale non particolarmente felice, in cui la protagonista riesce a fuggire faticosamente dalla caverna in cui è prigioniera per poi svegliarsi all’interno della stessa solo per rendersi conto che era tutto un sogno e che non esiste via d’uscita. Se il pubblico inglese ha gradito questo tragico epilogo, negli USA non ha avuto lo stesso successo, anzi. Il regista è stato costretto a realizzare una versione alternativa per il mercato statunitense che non mostra il risveglio finale, dando così l’impressione che sia effettivamente in salvo.
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