Die Hard

Ovvero il più grande film di Natale mai realizzato

Die Hard

Ovvero il più grande film di Natale mai realizzato

Ci sono film che diventano dei classici natalizi per motivi chiari. Non credo che nessuno di voi abbia bisogno di qualcuno che gli spieghi perché La vita è meravigliosa (It’s a Wonderful Life) di Frank Capra o Il miracolo della 34esima strada (Miracle on 34th street) di George Seaton, siano diventati appuntamenti fissi delle feste, giusto? E la stessa cosa vale per opere più recenti come S.O.S. Fantasmi (Scrooged), Mamma ho perso l’aereo (Home Alone), Una promessa è una promessa (Jingle All the Way), Love Actually, Elf, Il Grinch, Qualcuno salvi il Natale (The Christmas Chronicles) e via dicendo, tutti film che fanno del Natale un elemento portante del loro costrutto narrativo. Poi ci sono dei film che, invece, diventano dei classici natalizi per motivi meno ovvi.

In Italia, per esempio, è il caso di Una poltrona per due (Trading Places) di John Landis che, a causa di una programmazione ossessiva, è entrato nella nostra coscienza collettiva come “il film delle feste” per eccellenza, pur avendo davvero poco a che fare con la natività di Cristo. Nei Paesi anglosassoni lo stesso destino è toccato alla pellicola inizialmente intitolata come A un passo dall’inferno, poi rimandata in sala con il titolo di Trappola di cristallo e infine conosciuta da tutti con il suo nome originale: Die Hard. Diretto da John McTiernan nel 1988, il film ha una genesi articolata e travagliata, nasce infatti come adattamento del romanzo di Roderick Thorp, Nulla è eterno, Joe, che a sua volta era il seguito del romanzo The Detective, che era stato portato su schermo con grande successo da Frank Sinatra.

Innamoratosi del personaggio che interpretava, Frankie dagli occhi blu aveva chiesto allo scrittore di concepire una nuova indagine per lui, ma Thorp ci aveva messo anni, finendo per concepire una storia molto diversa per tono e struttura rispetto a quella originale. Così Sinatra aveva passato la mano e la Fox si era ritrovata i diritti di adattamento di un romanzo che non interessavano a nessuno. Tranne che a quel genio dell’azione cinematografica di Joel Silver, che ne aveva affidato prima la sceneggiatura a Jeb Stuart, per licenziarlo dopo la prima stesura.

A quel punto era stato coinvolto Steven E. de Souza (fresco reduce di successi come 48 ore e Commando) che aveva dato a Die Hard la forma per cui oggi lo conosciamo. Più o meno, perché anche McTiernan mise pesantemente lo zampino per trovare il tono giusto da dare alla pellicola, specie dopo aver ingaggiato quella che all’epoca era la star delle commedie televisive, Bruce Willis. Il resto, come si suol dire, è storia. Il successo della pellicola è travolgente, Die Hard e il personaggio di John McClane reiventano il genere action americano, creando un nuovo archetipo narrativo (i cosidetti “Die Hard Movie”, quei film che vedevano tutta l’azione svolgersi in un luogo chiuso e circoscritto come una nave, un aereo, uno stadio, un treno, un pullman…) e Bruce Willis diventa un divo internazionale. Ma questo non spiega perché il film sia diventato, con il tempo, un film di Natale. E la ragione è perché, oltre a essere un capolavoro del genere action, scritto meravigliosamente, diretto con sapienza, montato in maniera perfetta e graziato da una serie di interpretazioni incredibili, Die Hard è di fatto un film di Natale.

Non ci credete? E allora, ecco a voi…

6 motivi per definire Die Hard un classico del Natale

– É ambientato interamente durante le feste a differenza di tanti “film di natale” ufficialmente riconosciuti che, invece, al natale ci arrivano solo nel finale.

– Ha al suo interno non una, non due, non tre, ma ben quattro canzoni a tema (Let it Snow, Winter Wonderland, Christmas in Hollis, Jingle Bells), quando il classico film natalizio – di solito – ne ha al massimo un paio.

– C’è un uomo vestito da babbo natale (ok, è un cadavere in un ascensore, ma fa lo stesso).

– John McClane si sacrifica per il bene degli altri, arrivando a camminare sui vetri rotti pur di salvare il natale a tutti.

– I bambini cattivi ricevono il carbone (ok, è piombo, ma non stiamo a sottilizzare)

– Le famiglie si ritrovano e si riuniscono (John con Holly) e l’amore trionfa (ovviamente quello tra McClane e il poliziotto Al Powell).

Siete convinti, adesso?

Credit Foto: ©  Twentieth Century Fox, Gordon Company, Silver Pictures

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