Something Is Killing the Children di James Tynion IV e Werther Dell’Edera è come un coltello.
Si insinua piano piano nella testa del lettore; trova la sua strada, e comincia a seghettare. Lascia un segno, poi un altro. E ogni cosa, all’improvviso, è diversa.
Something Is Killing the Children, pubblicato da Edizioni BD, è un fumetto che usa le parole e le immagini, e soprattutto che si affida alle sensazioni che evoca. È una tormenta di neve. Un terremoto. L’angoscia è costante: è una coltre spessa, fastidiosa, sospesa.
Qualcosa sta uccidendo i bambini, ma non si sa cosa. Girano alcune voci, e i genitori iniziano a tenere a casa i propri figli dopo la scuola.
In città arriva una cacciatrice. È una ragazza ed è giovanissima: ha i capelli chiari, lo sguardo perennemente sgranato e un fisico nervoso e asciutto. È esattamente in questo momento che la storia entra nel suo vivo. La coltre di paura viene sollevata, e finalmente viene mostrata la verità. Qualcosa sta davvero uccidendo i bambini.
Something Is Killing the Children ha vinto il premio Eisner come miglior serie. La sceneggiatura di Tynion è efficace, calibrata, nuova. Ma sono i disegni di Dell’Edera a fare la differenza. Perché non si limitano a ricostruire un’atmosfera: la creano. Pezzo dopo pezzo. Vignetta dopo vignetta. Le linee, le sagome, gli occhi enormi. Tutto è al suo posto, e tutto è bellissimo e terribile. Something Is Killing the Children è, e non stiamo esagerando, un capolavoro. Ed è importante parlarne.
Dell’Edera è uno dei talenti più incredibili del nostro paese e del nostro mercato; lo spunto stesso che si cela dietro a questo fumetto, a livello editoriale, è vincente. I personaggi vengono presentati senza fretta, uno per volta, e inseriti in un contesto preciso.
Proprio per non lasciare spazio ai dubbi. C’è violenza, e c’è molta azione. Le persone, in Something Is Killing the Children, muoiono. E non sembrano esserci vie di fuga.
I volumi funzionano come una rampa di scale: alla fine di ogni capitolo si continua a salire.
E più si sale, più la tensione aumenta. Ma non c’è nessun tentativo di rendere il racconto morboso o stringente. Lo stile di Dell’Edera sorregge i ritagli più piccoli e le scene più ampie.
Riempie, migliora, sottolinea. E allo stesso tempo, come un abbraccio, circonda. Il mondo di Something Is Killing the Children è un mondo reale, credibile, particolarmente simile al nostro. La dimensione pacifica, quasi piatta, della periferia americana viene travolta dall’orrore.
I dettagli sono ovunque. Non ci sono bianchi e neri. Non ci sono posizioni nette e chiare. La storia di Something Is Killing the Children è grigia, fumosa, fatta di sfumature e prospettive diverse, dove niente è prevedibile e già scritto. Si procede a tentoni. Lentamente. C’è qualcosa che sta uccidendo i bambini, e non riusciamo a pensare ad altro per tutto il tempo. È questo quello che fa di un fumetto un fumetto straordinario: la sua capacità di entrarci dentro, di mettere radici, e di ossessionarci con una sola idea.
© Edizioni BD (4)06
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