Coconino Press: 20 anni di cambiamenti

In occasione del ventennale, ripercorriamo la storia di Coconino Press, casa editrice che attraverso le sue opere e i suoi autori ha cambiato profondamente la percezione del fumetto nel nostro paes

Coconino Press: 20 anni di cambiamenti

In occasione del ventennale, ripercorriamo la storia di Coconino Press, casa editrice che attraverso le sue opere e i suoi autori ha cambiato profondamente la percezione del fumetto nel nostro paes

Dentro le nuvole si rinnova: non conterrà più (solo) dialoghi con fumettisti e autori, ma proverà a fotografare i cambiamenti del mondo del fumetto, dall’evoluzione del mercato a quella dei suoi linguaggi. E un buon modo per iniziare a parlare di come il mercato italiano e quello internazionale siano mutati fino ad oggi è partire – ripartire, anzi – dalla Coconino Press: casa editrice fondata a Bologna nel 2000 da Igort e da Carlo Barbieri, che festeggia i vent’anni di vita. Nel suo periodo di attività, la Coconino Press è riuscita a far diventare una cosa per pochi una cosa di tutti e a portare i fumetti dove non erano mai stati prima. Ha fatto la rivoluzione, come si dice; ma è stata una rivoluzione silenziosa e intelligente, che ha modificato le cose in poco tempo, senza troppo scalpore, e che ha tracciato un solco per gli altri editori. Con il passaggio di testimone tra Igort e Ratigher nel 2017 c’è stata una certa continuità, ma c’è stata anche l’occasione per provare a immaginare diversamente quello che, fino a qualche anno prima, pareva immutabile. Ha detto Ratigher: «Continueremo a seguire l’esempio di chi c’è stato prima». Ma allo stesso tempo, ed è piuttosto evidente, hanno tenuto in considerazione pure quello che è venuto dopo. I fumetti sono usciti dalle fumetterie e dalle edicole e sono approdati in libreria; hanno iniziato a vendere, e in alcuni casi hanno iniziato a vendere bene. Con Gipi, pubblicato dalla Coconino, i fumetti sono arrivati per la prima volta tra i finalisti del Premio Strega. E intanto l’autorialità ha smesso di essere un ostacolo ed è diventata un valore aggiunto, qualcosa di importante, un vero e proprio marchio di fabbrica. Con il lavoro del suo ufficio stampa, la Coconino ha riscritto la dialettica e il linguaggio comunicativi, e ha dimostrato che anche i fumetti, specialmente i fumetti, possono ritagliarsi uno spazio sui grandi giornali e rivolgersi al pubblico generalista. Sembra normale – e lo è, per carità. Ma fino a vent’anni fa, non era così. «Cerco storie necessarie – ha spiegato Ratigher, – non autori che vogliono pubblicare». E quindi eccola la chiave di volta nell’architettura della Coconino Press: le storie. Storie, però, necessarie: inedite, mai viste, potenti, capaci di lasciare un segno e di imporsi. In vent’anni, la Coconino ha pubblicato innumerevoli autori. Ed è riuscita, più e meglio di altre case editrici, a influenzare non solo il mercato, ma pure la cultura fumettistica italiana. Nel suo archivio, convivono tradizione e innovazione, nomi stranieri e nomi italiani; esordienti e grandi maestri, giovani e meno giovani. Ci sono i colori, c’è il bianco-e-nero; ci sono storie personali e altre di pura fantasia. C’è la visionarietà e c’è il coraggio. «I nuovi lettori da coinvolgere sono ancora tanti – ha assicurato Ratigher – e le fantastiche storie che attendono di essere realizzate brulicano letteralmente nelle camere e negli studi delle nuove leve». Questa, insomma, non è la fine ma l’inizio. Tanti auguri, Coconino.

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