A illuminare gli schermi di Cannes 76 e ad accendere a dismisura i riflettori mediatici mondiali sul festival ci ha pensato in queste ore una delle anteprime più attese dell’intera edizione 2023: Indiana Jones e il quadrante del destino, quinta avventura sul celebre archeologo che arriverà il prossimo 28 giugno nelle sale italiane (il precedente capitolo del franchise, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, risaliva al 2008). Sulla Croisette il passaggio del film è stato accompagnato da 5 minuti di applausi.
Lo storico interprete del personaggio, Harrison Ford, che ha vestito i panni di Indy nell’arco di ormai quarant’anni, ha parlato stamattina in conferenza stampa, dopo la Palma d’onore a sorpresa ricevuta nella première di gala di ieri, 18 maggio: un momento che il divo statunitense ha vissuto con grande emozione e che arriva a coronamento di una carriera segnata in positivo dal larghissimo successo popolare della sua icona.
«Non è evidente? Ho bisogno di sedermi e riposare un po’ – ha scherzato immediatamente l’attore oggi 80enne, reduce dal bagno di folla di ieri, in una serata magica in cui ha fatto il pieno di applausi, affetto e commozione – Certo che so ancora andare a cavallo, se me lo permettono». Ford ha detto di aver desiderato molto questo nuovo approdo della saga: «Volevo vedere un film bello che completasse la storia di Indiana Jones, vedere le debolezze di quest’uomo che tanto dipendeva dalla sua gioventù, il peso della vita su di lui, come poteva reinventarsi. Volevo che avesse una relazione con una donna che non fosse solo un flirt, ma una cosa più profonda. Non potevo avere di meglio dalla sceneggiatura, dagli attori, per non parlare delle abilità di Jim (il regista James Mangold, che firma il primo film della saga non diretto da Steven Spielberg, ndr) e della musica di John Williams. Tutto è venuto in supporto della mia età per raccontare una buona storia».
«È indescrivibile. Mi sentivo… non so nemmeno spiegartelo – ha dichiarato invece in relazione alla scorsa notte – È semplicemente straordinario vedere una reliquia del tuo passato passarti davanti agli occhi. Con il calore di questo luogo e il senso di comunità, l’accoglienza è inimmaginabile. Mi fa sentire bene. Adoro quello che Indiana Jones ha portato nella mia vita». Nel film il professor Indiana Jones è pronto a ritirarsi dalla sua illustre carriera accademica e viene catapultato in una nuova avventura che coinvolge lo spietato ex nazista Jürgen Voller (Mads Mikkelsen) e l’intraprendente studentessa di archeologia Helena Shaw (Phoebe Waller-Bridge, nei panni di un nuovo personaggio femminile aggiunto per l’occasione), figlia del suo amico e compagno d’avventure di lunga data Basil Shaw (Toby Jones). L’oggetto del desiderio al centro del racconto è un preziosissimo quadrante proveniente dall’Antica Grecia, strumento di misurazione creato da Archimede che si pensa possa permettere di viaggiare nel tempo…
Nel film Ford è stato ringiovanito grazie alle più moderne tecnologie digitali di de-aging, che spalancano un universo di infinite possibilità e che, secondo molti, segneranno il futuro della settima arte, riportando perfino in vita attori del passato: «Non è una magia di Photoshop. Così è come ero a 35 anni. Alla LucasFilm hanno conservato ogni frame dei film che abbiamo fatto insieme in tutti questi anni. Il processo scientifico scaturito da archivio ha consentito l’operazione, è un trucchetto, ma è sostenuto dalla storia. Se non fosse stato onesto emotivamente non avrebbe funzionato, sono stato felice di farlo, ma non vorrei essere quel ragazzo. Sono felice di essere chi sono, sono molto contento di essere più vecchio: è stato bello essere giovane, ma adesso mi piace avere l’età che ho. A quest’ora potevo anche essere morto invece vivo e lavoro, non posso chiedere di più».
A chi chiedeva se le nuove possibilità tecnologiche potrebbero conciliarsi con un ulteriore ritorno di Indiana Jones in un altro film, la storica produttrice e presidente di Lucasfilm, Kathleen Kennedy, ha risposto subito di “no“, con Ford che ha eloquentemente chiosato: «Hai ricevuto la risposta dalla persona giusta». Durante un siparietto successivo, una giornalista ha detto a Ford che pensa che sia ancora “molto sexy” e che si è goduta una scena del film in cui si toglie la maglietta, osservazione alla quale lui ha replicato fingendosi sorpreso: «Guarda. Sono stato benedetto con questo corpo. Grazie per averlo notato».
In conferenza sono intervenuti anche gli interpreti Mads Mikkelsen, Phoebe Waller-Bridge, Boyd Holbrook e Shaunette Renée Wilson, spendendo parole di elogio per il franchise. «Trent’anni prima che io nascessi, uscì il primo film – ha scherzato Mikkelsen, facendo sospirare ironicamente Ford – Questi film sono leggendari per un motivo. Tutti vogliamo essere Indiana Jones. Quell’impatto è avvenuto in tutto il mondo». Il regista James Mangold, che ha ereditato il timone da Steven Spielberg, ha invece aggiunto: «Fai un film e senti molta responsabilità. Affronti un film come questo e sei consapevole dell’ulteriore aspettativa che ci sarà, perché è una proprietà davvero cara alle persone. Dovrai essere consapevole, ovviamente, del franchise. Ma alla fine devi fare quel dannato film». Su Mangold, Ford ha speso parole di grande apprezzamento: «Quando è entrato nel progetto ero felice, amo i suoi film ma non lo conoscevo: è una persona molto generosa, il segreto del suo successo è che non si ferma mai, si butta a capofitto nel processo. E poi è entrato nelle scarpe di Spielberg, ma ha fatto anche molto più di questo».
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