Cannes 75, Baz Luhrmann e Tom Hanks raccontano Elvis: «Un film sulla verità e l’umanità del cantante»

Il biopic del re del rock’n’roll con Tom Hanks e Austin Butler è stato presentato fuori concorso sulla Croisette. «Quando l'abbiamo realizzato, volevamo che fosse "theatrical" per portare il pubblico nei cinema. Cannes ci ha salvato ancora una volta», ha detto il regista australiano, che cita Amadeus di Milos Forman come fonte d'ispirazione

Cannes 75, Baz Luhrmann e Tom Hanks raccontano Elvis: «Un film sulla verità e l’umanità del cantante»

Il biopic del re del rock’n’roll con Tom Hanks e Austin Butler è stato presentato fuori concorso sulla Croisette. «Quando l'abbiamo realizzato, volevamo che fosse "theatrical" per portare il pubblico nei cinema. Cannes ci ha salvato ancora una volta», ha detto il regista australiano, che cita Amadeus di Milos Forman come fonte d'ispirazione

Elvis Cannes

«Quando l’abbiamo realizzato, volevamo renderlo theatrical per portare il pubblico nei cinema. Cannes ci ha salvato ancora una volta», ha detto il regista Baz Luhrmann stamattina alla conferenza stampa sulla Croisette di Elvis, il nuovo film su Elvis Presley del regista di Romeo + Giulietta e Moulin Rouge! presentato Fuori Concorso al 75esimo Festival di Cannes e accolto da una calorosa standing ovation di dieci minuti, la più lunga finora di quest’edizione. 

Elvis esplora la vita e la musica di Elvis Presley (Austin Butler, che vedremo anche nel sequel di Dune), viste attraverso il prisma della sua complicata relazione con l’enigmatico manager, il colonnello Tom Parker (Tom Hanks). La storia approfondisce le complesse dinamiche tra Presley e Parker nell’arco temporale di oltre 20 anni, dall’ascesa alla fama di Presley che raggiunse un livello di celebrità senza precedenti, sullo sfondo un panorama culturale in evoluzione e la perdita dell’innocenza in America. Al centro di questo viaggio, una delle persone più significative e influenti nella vita di Elvis, Priscilla Presley (Olivia DeJonge).

Elvis

Foto: Stephane Cardinale – Corbis/Corbis via Getty Images

Per Luhrmann, che ha dovuto riscrivere il film durante il Covid, una delle massime fonti d’ispirazione, specie nel tratteggiare il rapporto tra Elvis e il suo manager, è stato il film vincitore di 8 Oscar Amadeus di Milos Forman: «Non si tratta proprio di Mozart. Riguarda la gelosia tra Salieri e Mozart», ha detto il regista australiano, che ha poi aggiunto: «Nessuna recensione per noi avrebbe potuto valere di più di quella di colei che era sposata con Elvis Presley. Dopo aver mostrato il film a Priscilla Presley ho ricevuto da lei una nota sull’interpretazione di Austin che diceva: “Non ero pronta. Ogni respiro, ogni mossa, lo spirito della persona, l’umanità, tutto perfetto. Se mio marito fosse qui oggi lo guarderebbe negli occhi e direbbe: “Come osi? Tu sei me”»

«Era un padre, era un marito, un nonno e una persona, e hanno avuto dei figli – ha aggiunto il regista, alludendo anche all’approvazione ricevuta per il biopic dalla figlia Lisa Marie Presley e della nipote e attrice Riley KeoughLa loro è stata la più bella recensione che ho ricevuto nella vita: ora c’è qualcosa a cui possono guardare, che è la verità dell’umanità dell’uomo».

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Foto: Stephane Cardinale – Corbis/Corbis via Getty Images

Hanks, dal canto suo, non sapeva nulla del personaggio Parker prima di firmare il contratto per il film e fino a quando Luhrmann non gli ha proposto il ruolo del manager. «Si è reso conto che quel ragazzo era un frutto proibito e poteva fare soldi con lui», ha detto l’amato attore a proposito della fascinazione esercitata da Presley su Parker, che si era trasferito da piccolo da una piccola città dell’Olanda in America, assumendo uno pseudonimo.

Foto: Pascal Le Segretain/Getty Images

Foto: Stephane Cardinale – Corbis/Corbis via Getty Images

Austin Butler ha invece riferito di essersi completamente immerso nel personaggio dopo aver ottenuto il ruolo da protagonista in Elvis: «Ho messo in pausa il resto della mia vita per due anni e ho assorbito tutto ciò che potevo, sono sprofondato nell’ossessione della tana del Bianconiglio». Secondo l’attore la voce e i movimenti del cantante sono cambiati molto nel corso degli anni e lo stesso Luhrmann, che definisce il giovane Elvis «un ragazzo incredibilmente spirituale», ha applicato sulla sua lavorazione degli insoliti procedimenti da Actor’s Studio hollywoodiano propri degli interpreti, vivendo a Memphis («Avevo uno spazio a Graceland») e recandosi nel luogo di nascita di Presley, Tupelo, nel Mississippi

Elvis

Foto: Stephane Cardinale – Corbis/Corbis via Getty Images

Foto di copertina: Pool/Getty Images

Fonte: Festival de Cannes 

Leggi anche: Elvis a Cannes 75: la recensione del film di Baz Luhrmann con Austin Butler

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