Bruce Willis: trapelano dei tristi retroscena sulle ultime interpretazioni dell’attore segnate dalla malattia

Tanti registi e colleghi raccontano degli episodi accaduti sui set più recenti di Willis, nei quali la salute della star di Die Hard e Pulp Fiction appariva già molto compromessa

Bruce Willis: trapelano dei tristi retroscena sulle ultime interpretazioni dell’attore segnate dalla malattia

Tanti registi e colleghi raccontano degli episodi accaduti sui set più recenti di Willis, nei quali la salute della star di Die Hard e Pulp Fiction appariva già molto compromessa

Bruce Willis

La notizia che Bruce Willis sarà costretto a ritirarsi dalla recitazione a causa della sua afasia, rivelazione sopraggiunta nella giornata di ieri per mano della famiglia del divo, è arrivata come un fulmine a ciel sereno, lasciando estremamente colpiti molti fan dell’attore e appassionati di cinema di tutto il mondo. 

A quanto pare, però, la condizione medica della star di Die Hard e Pulp Fiction era già nota a molti registi e colleghi che negli ultimi hanno lavorato con Willis, e che ne hanno appena parlato ai microfoni del Los Angeles Times, come riportato e riassunto anche dalla testata Variety. 

L’afasia, ricordiamo, è un disturbo del linguaggio causato da un danno cerebrale che colpisce la capacità di comunicazione di una persona e i registi in questione hanno assistito concretamente agli effetti sui loro set dei deficit cognitivi di Willis, che spesso gli hanno impedito di memorizzare le sue battute e di arrivare preparato al momento del ciak. Tanto che ad esempio Mike Burns, che ha diretto l’interprete nel recente Out of Death, ha riferito che gli è stato chiesto di ridurre i dialoghi di Willis nel film. 

«Sembra che dobbiamo ridurre il conteggio delle pagine di Bruce tagliandone circa cinque – ha scritto Burns in un’e-mail del giugno 2020, ottenuta dal Times, allo sceneggiatore del suo film – Dobbiamo anche abbreviare un po’ i suoi dialoghi in modo che non ci siano monologhi, ecc.».

«Dopo il primo giorno di lavoro con Bruce, ho potuto vederlo in prima persona, mi sono reso conto che c’era in gioco un problema più grande e ho capito perché mi era stato chiesto di abbreviare le sue battute», ha aggiunto Burns, che fa notare come fosse stato incaricato di girare tutte le scene di dialogo di Willis (circa 25 pagine della sceneggiatura) in un solo giorno.

Quando a Burns è stato chiesto di dirigere un successivo film sempre interpretato da Willis, Wrong Place, gli era stato garantito che l’attore sarebbe stato in grado di recitare meglio. Il cineasta però alla prova dei fatti ha avuto un’impressione diametralmente opposta: «Non pensavo fosse andato meglio, ma peggio. Dopo aver finito, ho detto: “Ho finito. Non ho intenzione di fare nessun altro film con Bruce Willis. Sono sollevato dal fatto che si stia prendendo una pausa“».

I tristi aneddoti sulle ultime interpretazioni dell’attore, segnate dalla malattia in evidente peggioramento, non finiscono però qui. Jesse V. Johnson, che ha diretto Willis in White Elephant, girato in Georgia lo scorso aprile, dopo aver lavorato con l’attore decenni fa come stuntman, ha riferito che Willis non era più “il Bruce che ricordavo”, rifiutando insieme al suo team di dirigerlo nuovamente: «Siamo tutti fan di Bruce Willis ed è una fine piuttosto triste per una carriera incredibile, con la quale nessuno di noi si sentiva a proprio agio».

Willis, come riportato sempre dal Times, negli ultimi anni si sarebbe limitato a girare quasi sempre per due giorni, per otto ore al giorno soltanto e secondo altre fonti addirittura per sole quattro ore a giornata. L’interprete si sarebbe anche avvalso di un suggeritore per ricordarsi le battute da pronunciare, che gli venivano comunicate tramite auricolare, mentre nella maggior parte delle sequenze d’azione è stato sostituito da una controfigura

Un incidente consumatosi infine sul set di Hard Kill, nel gennaio 2020, ha lasciato la troupe particolarmente scossa: Willis doveva infatti sparare con una pistola caricata a salve presegnalando a parole il momento in cui l’avrebbe effettivamente fatto, ma senza riuscire a pronunciare la parola d’ordine concordata per garantire la sicurezza di una sequenza così delicata. L’attrice Lala Kent, star del film, avrebbe infatti dovuto ricevere un segnale verbale da Willis prima che quest’ultimo sparasse, in modo da sapere quando abbassarsi prima che lui facesse scattare l’arma. Willis, tuttavia non ha mai pronunciato la sua battuta, anche se l’episodio non ha portato fortunatamente a conseguenze spiacevoli e irreparabili.

«Poiché gli voltavo le spalle, non ero consapevole di cosa stesse succedendo dietro di me – ha detto Kent al Times – La prima volta è stato un po’ come: “Non è un grosso problema, riproviamoci». Kent sostiene poi di aver chiesto al regista Matt Eskandari di ricordare a Willis di dire la sua battuta, ma l’attore se n’è dimenticato nuovamente. Variety, nel frattempo, ha contattato i rappresentanti del divo per ulteriori commenti su tali vicende e ovviamente, in caso di nuove rivelazioni, vi terremo aggiornati.

Fonte: Los Angeles Times (via Variety)

Foto: Getty (Jim Spellman/WireImage)

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