Bodies, il finale della serie Netlix vi ha lasciati confusi? Ecco una teoria per far luce sul mistero

L'ultima scena ha creato non pochi grattacapi agli spettatori: cosa vuol dire QUELLA scritta e la presenza di QUEL personaggio?

Bodies, il finale della serie Netlix vi ha lasciati confusi? Ecco una teoria per far luce sul mistero

L'ultima scena ha creato non pochi grattacapi agli spettatori: cosa vuol dire QUELLA scritta e la presenza di QUEL personaggio?

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Il 19 ottobre Netflix ha condiviso sulla propria piattaforma una nuova serie “da mal di testa”: Bodies sembra essere la risposta inglese a Dark, perché entrambe hanno a che fare viaggi nel tempo e loop temporali che sembrano impossibili da spezzare. In questo caso, i quattro detective protagonisti e sparsi tra varie epoche riescono a trovare una soluzione, ma l’ultimissima scena ha confuso parecchi spettatori. Proviamo a capire cosa è successo, con una teoria sul finale della serie.

ATTENZIONE: contiene spoiler sull’ultimo episodio di Bodies

Il pregio della serie, adattamento della graphic novel del 2015 scritta da Si Spencer e finita subito nei primi posti dei più visti su Netflix, sta tutto nel modo in cui si riesce a uscire da questo complicato incastro. I protagonisti del 2053 – ovvero Iris Maplewood, l’anziana Shahara e il professor Gabriel Dafoe – capiscono che per interrompere il loop bisogna fregare l’universo ed introdurre un piccolo elemento nel passato in grado di provocare grossi cambiamenti nel futuro.

Inutile tentare di uccidere Elias Mannix o Julian Harker tra il 1890 e il 2023, perché è protetto dal fatto che quegli eventi sono già accaduti e devono accadere nuovamente “per forza”. Quello che viene fatto è molto più sottile e interessante: Iris viaggia indietro nel 1890, svela la verità al detective Hillinghead e questi, parlando con Julian Harker (ovvero Elias Mannix che ha già viaggiato nel passato), gli insinua il dubbio che in futuro si pentirà delle scelte che ha fatto. Tanto basta perché questa consapevolezza si sedimenti e lo porti, nel 1941, a registrare un ultimo disco da lasciare al giovane sé, uno in grado di impedirgli di far detonare la bomba nel 2023 e azionare la catena di eventi che attiva il loop.

Tutto chiaro, giusto? Sì, almeno fino all’ultimissima scena di Bodies, quella in cui vediamo Shahara nel 2023 in un taxi guidato da Iris Maplewood. Sullo sfondo, un grattacielo di Londra sul quale compare la scritta KYAL, ovvero Know That You Are Loved, il mantra della dittatura totalitaria basata sull’amore che Mannix avrebbe creato se la bomba fosse esplosa. Cosa ci fa lì Iris? Come è possibile che senza Mannix si sia comunque arrivati a quello slogan?

La verità è quasi fastidiosa: i creatori della serie hanno ammesso di aver voluto inserire quell’elemento per lasciare aperto il finale ad una possibile seconda stagione, ma la serie è in grado di far girare a mille gli ingranaggi del cervello e quindi abbiamo pensato ad una possibile concreta teoria che faccia luce su quel mistero finale. Si parte da tre (presunti, salvo future smentite) dati di fatto: La Gola, ovvero il “buco” che permette i viaggi nel tempo, viene creata solo nel 2053; viaggiare nel tempo è possibile, ma senza quella tecnologia non si può tornare poi indietro; Iris è rimasta bloccata in cella nel 1890 ed è probabilmente morta in quella linea temporale.

Combinando tutti questi elementi, diventa impossibile pensare che quella nel taxi sia la stessa Iris che ha avvisato Hillinghead nel 1890; deve essere un’altra “versione”. Uno degli elementi che il pubblico apprende nel finale, è che quando una particella viaggia indietro, contemporaneamente viaggia anche in avanti. È possibile quindi pensare che, proprio come successo a Gabriel Dafoe, ci sia un altro punto nel tempo nel quale Iris è comparsa. Forse ha viaggiato per altri 160 anni in avanti, per rispettare la simmetria temporale suggerita da Dafoe e questo aprirebbe la strada a possibili sviluppi futuri.

Se fosse confermato che ci sono altre versioni nel futuro di coloro che hanno viaggiato nel passato – anche lo stesso Elias Mannix, quindi – allora quella scena finale si potrebbe spiegare così: in questo ipotetico altro futuro, Iris ha ritrovato di nuovo Mannix, e i due sono riusciti poi a tornare di nuovo indietro fino al 2023 per dare il via ad una nuova versione del piano originale, la creazione di un sistema politico e sociale basato sull’amore.

La scritta KYAL alla fine potrebbe arrivare da un singolo palazzo, una realtà relativamente piccola grazie alla quale i due stanno provando a dare forma al sogno di Mannix, in maniera meno drastica che uccidendo centinaia di migliaia di persone. Iris, dopotutto, è stata per molto tempo dalla parte del Comandante Mannix. La sua visione romantica della società distopica che ha creato dopo lo scoppio della bomba nel 2023 potrebbe averla convinta a fare un secondo tentativo, tornando indietro e coinvolgendo poi Shahara.

Un’altra possibilità, ben più tragica, è che in realtà i quattro protagonisti non abbiano davvero interrotto il loop e che un altro nemico, magari “discepolo” della setta di Julian Harker abbia comunque portato avanti quei piani. Per avere una risposta definitiva, servirà per forza una seconda stagione di Bodies che al momento non è stata confermata. Cosa ne pensate di questa teoria? Può spiegare quella scena finale? Diteci la vostra nei commenti.

Foto: Netflix

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