Quelle relative alle locandine considerate eccessive, per presenza di contenuti “impropri e offensivi”, sono forse tra le più frequenti polemiche legate al mondo del cinema. Il poster è infatti il contatto più diretto tra pubblico e film: un tipo di pubblicità che, trovandosi nelle strade, fuori e dentro le sale o nelle riviste, finisce inevitabilmente sotto gli occhi di tutti, ad inclusione di bambini o persone più impressionabili. Rispettare determinati criteri è quindi una delle prime regole per un poster cinematografico; anche se, spesso e volentieri – che sia per creare scalpore o in buonafede –, i poster finiscono per incappare nella censura o per imbattersi in polemiche forse fin troppo esagerate. Il caso più recente è proprio legato ad un titolo campione d’incassi che ha fatto il suo debutto nell’ultimo mese: Barbie di Greta Gerwig. Se volete scoprire il motivo, allora godetevi la nostra gallery: 18 locandine che hanno fatto infuriare il pubblico perché considerate offensive o controverse.
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Madre!
Il poster ufficiale del film di Darren Aronofsky ritrae una Jennifer Lawrence malmenata e con il volto coperto di lividi e ferite, in riferimento ad una delle scene più violente dell’opera: un’immagine piuttosto forte per una locandina che potrebbe finire sotto gli occhi di tutti. Chiaramente, non ci è voluto molto prima che il pubblico insorgesse.
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X-Men: Apocalypse
Povera Jennifer Lawrence! Non solo è stata raffigurata in condizioni fisiche davvero pessime nel poster di Madre, ma viene anche strangolata dal suo nemico nella locandina degli X-Men. Tranquilli, l’attrice sta bene e ha dato il suo consenso in entrambi i casi. Ma come prevedibile, al pubblico più sensibile non ha fatto esattamente piacere ritrovarsi una simile scena impressa nei mega cartelloni pubblicitari affissi vicino al supermercato.
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Love
Il poster del film di Gaspar Noè, definito da alcuni “oltraggioso” e “sconvolgente”, è stato pesantemente criticato perché ritrae un primissimo piano del bacio tra due donne e un uomo.
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Sex Education 3
Per il lancio dell’ultima stagione della serie Netflix, a Milano sono stati affissi dei manifesti che raffiguravano degli alimenti allo scopo di ricreare organi genitali maschili e femminili. Pesche, arance, banane e ostriche accompagnate dalla frase: “Se l* vediamo in forme diverse, è perché non ce n’è un* sol*. Ognun* è perfett*”. Diverse personalità dal panorama politico conservatore italiano, così come il pubblico più sensibile, hanno aspramente criticato la strategia pubblicitaria di Netflix, gridando allo scandalo e chiedendo la rimozione dei poster. Il tutto, ovviamente, alla fine ha solo aumentato la fama dello show.
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Barbie
Il film di Greta Gerwig è stato senz’altro molto discusso e controverso, proprio a partire dalla sua locandina. Una parte di pubblico, nello specifico quella maschile, ha infatti considerato offensive le didascalie inserite nel poster ufficiale del film, in cui contrapposto a “she’s everything”, riferito alla protagonista, si poteva leggere un “he’s just Ken” in relazione al personaggio di Ryan Gosling. In molti, tra cui il noto conduttore Piers Morgan, si sono scagliati contro questo “messaggio” che, a loro avviso, risultava sminuire gli uomini.
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Nymphomaniac
Beh, in questo caso non serve nessuna spiegazione. Come potevano non destare scalpore le facce da orgasmo degli attori piazzate in primo piano nei poster del film? Ma d’altra parte, l’intento di Lars Von Trier era proprio quello di sconvolgere il pubblico, quindi: missione compiuta!
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Coco avant Chanel
Dopo le numerose critiche ricevute, la locandina del film dedicato a Coco Chanel è stata bandita proprio in Francia. Perché? A causa della sigaretta tenuta in mano dalla protagonista, ritenuta diseducativa per un poster che avrebbe tappezzato le pareti delle metropolitane di Parigi
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Wanted
Il poster del film con Angelina Jolie è stato aspramente criticato e bandito in alcuni paesi a causa della massiccia presenza di pistole, che secondo la censura e il pubblico rappresenterebbe una “glorificazione delle armi da fuoco”.
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Millennium – Uomini che odiano le donne
Nonostante la presenza della scritta come “censura” ai capezzoli di Rooney Mara, il poster è stato criticato per via delle nudità, considerate fin troppo esplicite.
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The Heat
In questo caso il motivo della polemica è stato l’eccessivo ed errato uso del foto-ritocco, impiegato non solo per migliorare l’aspetto delle due attrici (praticamente irriconoscibili), ma anche per rendere più magro, e in maniera del tutto sproporzionata, il viso di Melissa McCarthy.
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Captivity
I numerosi poster dell’horror con Elisha Cuthbert sono stati prima criticati e poi rimossi definitivamente. Il motivo è evidente: mostravano in primo piano le immagini di alcune delle torture che si vedono nel film.
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Bereavement
Non tutti hanno gradito la locandina dell’horror del 2010, accolta dalle polemiche a causa dell’eccessiva violenza nel mostrare un bambino con in mano un coltello.
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King Arthur
Cosa c’è di strano in questa locandina? Niente. Se non fosse che nello scatto originale Keira Knightley aveva un seno decisamente più piccolo, ritoccato in post-produzione per farlo aumentare di un paio di taglie. Una scelta decisamente non gradita, né dal pubblico, né tantomeno dalla stessa Keira.
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Hostel Part 2
Il film di Eli Roth mostra nella sua locandina un miscuglio di viscere che è stato considerato un tantino violento e raccapricciante per una locandina rivolta ad un pubblico di grandi e piccini.
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Larry Flint – Oltre lo scandalo
In questo caso, oltre alle evidenti nudità e ai riferimenti sessuali, numerosi gruppi religiosi hanno protestato a causa della blasfema riproduzione della crocifissione
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Shame
Cosa scriviamo a fare. I riferimenti sessuali presenti nella locandina del film di Steve McQueen, beh, parlano da soli…
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Sin City – Una donna per cui uccidere
Anche in questo caso il motivo delle numerose critiche è legato alle nudità. E in particolare alle trasparenze degli indumenti di Eva Green, che ne lasciano intravedere i seni.
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I Spit on Your Grave
Un po’ come per la locandina di Madre!, pubblico e censura non hanno gradito la presenza di un corpo femminile completamente ricoperto di lividi e ferite. Come se non bastasse, in questo caso abbiamo anche un fondoschiena piazzato lì in primo piano. Così, senza motivo.
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