Molestie sessuali reato: tutti ricordiamo la bufera che, alla fine dell’anno scorso, ha investito il mondo dello spettacolo. Da Hollywood al cinema italiano, molte attrici hanno dichiarato di aver subito avances inappropriate da parte dei colleghi. E non solo, purtroppo. Questo ha sollevato, nuovamente, un’eterna questione irrisolta. Infatti, secondo i dati Istat in Italia, ogni anno, quasi un milione e mezzo di donne sono vittime di molestie o discriminazioni a sfondo sessuale.
Un commento fuori luogo. Una carezza indesiderata. Una mano sulla coscia o, addirittura sul sedere. Quando il comportamento di chi ci sta intorno, segnatamente dei nostri colleghi o datori di lavoro, diventa troppo pesante? Qual’è il limite, insomma, che non deve essere superato?
Molestie sessuali reato: basta che avvenga sfioramento
Forse non tutti sanno che basta anche solo uno sfioramento. Esatto, basta un contatto inappropriato delle zone erogene. Come sulle labbra, vicino all’orecchio, sul seno, sui glutei o sulle cosce per diventare perseguibili per legge. In questi casi, la vittima di molestie può lecitamente pensare di querelare il detentore di tali atteggiamenti fuori luogo.
Tra l’altro, una denuncia per molestie può andare a supportare – e ad aggravare, chiaramente – un’accusa per violenza sessuale. Infatti, perché una persona venga incriminata per tale reato, non è necessario che venga consumato un rapporto sessuale non consenziente. E’ tristemente noto come, nella maggior parte dei casi, chi è autore di molestie sessuali, prima o poi, tenterà di usare violenza sulla persona che ne è vittima.
Molestie sessuali reato: quanto si arriva al mobbing
Ancora diverso è li reato definito come mobbing (da “to mob“, assalire, aggredire). Questo si verifica nel caso un collega un vostro superiore, vi metta ripetutamente davanti all’alternativa di acconsentire alle sue avances, oppure vedere messo a rischio il proprio lavoro. Chiaramente, se le cose stanno così, ci si trova a essere vittime di un ricatto.
Se, invece, tutto questo si presenta come un avvenimento sporadico, si potrebbe trattare di un reato ancora diverso, vale a dire quello di tentata estorsione o di violenza privata.
Molestie sessuali reato: come dimostrare che sia avvenuto
Un ottimo modo per supportare le accuse portate avanti da chi è vittima di molestie sessuali è servirsi di registrazioni, effettuate direttamente sul luogo di lavoro. Per esempio, utilizzando il proprio cellulare. Oppure richiedendo i nastri delle telecamere di sicurezza, nel caso l’azienda ne sia provvista.
Tuttavia, è possibile che un giudice arrivi a condannare un datore di lavoro anche semplicemente sulla base delle dichiarazioni di chi è vittima di molestie. Infatti, una dipendente può testimoniare in favore di se stessa. Ovviamente, più risolutivo è il caso in cui la sua versione venisse supportata da quella di altre colleghe. Meglio ancora se vittime dello stesso trattamento. Sarebbe più facile presumere che le molestie siano effettivamente avvenute, cioè.
Risolutivo, a volte, il fatto che una giovane donna decida, volontariamente, di abbandonare un posto di lavoro perché non si sente al sicuro. Ciò può essere “indice della genuinità delle accuse“, da parte del giudice.
Importantissimo, comunque, resta il fatto che sia necessario sempre e subito parlare di queste cose, nel momento in cui si verificano per noi o per chi ci sta attorno.
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