Tra le tante novità di questo inizio di stagione spunta con personalità Undone, nuova produzione targata Amazon che si distingue per una tecnica animata originale e una storia intima e dagli sviluppi imprevedibili.
Le aspettative per questa serie erano decisamente alte, sia perché il panorama dell’animazione “adulta” è negli ultimi anni sempre più fitto e ricco qualitativamente (pensiamo solo a Rick and Morty e Big Mouth), sia perché gli autori vengono da BoJack Horseman, una delle serie più acclamate dalla critica negli ultimi anni.
A sviluppare lo show sono infatti Raphael Bob-Waksberg e Kate Purdy, il primo creatore di BoJack e la seconda autrice di alcuni degli episodi più efficaci della stessa serie. Undone non impiega tanto tempo a far emergere la firma dei due sceneggiatori, in particolare per la profondità con cui analizza l’animo della protagonista e per l’accuratezza con cui mette in scena sia la sua alienazione che le sue contraddizioni.
Al centro del racconto c’è Alma (interpretata in maniera intensa e coinvolgente da Rosa Salazar) una donna sui trent’anni che vaga tra depressione, traumi del passato e incertezza sul suo futuro. Nella vita fa la maestra d’asilo e da sempre è asfissiata dal confronto con la sorella, la quale è esattamente il suo opposto quanto a perfezionismo e indole caratteriale. Ha una madre costantemente preoccupata per lei e un fidanzato così tranquillo e rilassato da destare più di un sospetto.
Il rapporto più stretto però ce l’ha con una persona che in realtà non esiste più, suo padre (uno straordinario – come sempre – Bob Odenkirk), la cui morte non ha mai superato realmente, tanto da vederne nei sogni e non solo un’incarnazione con la quale parlare costantemente.
È quest’ultimo punto, legato al linguaggio con cui la serie è raccontata, il nucleo centrale di Undone: fin dal primo episodio il regime di realtà del racconto è costantemente messo in crisi dagli autori, i quali si narrano dalla prospettiva della protagonista passando dalla realtà al sogno senza soluzione di continuità, facendo dell’animazione il mezzo necessario per questo genere di storia.
Undone, inoltre, è realizzata con la tecnica del rotoscope (la stessa di A Scanner Darkly di Richard Linklater) che rende tutto estremamente realistico e al contempo manipolabile in modi che solo l’animazione può permettersi. La gran parte delle scene, infatti, è in un primo momento girata dal vero con interpreti in carne e ossa per poi essere ricalcata dal disegnatore e da una tecnologia computerizzata creando così un risultato finale molto particolare.
Gli autori della serie – in realtà prevalentemente autrici – riescono in questo modo a descrivere alla perfezione i turbamenti della psiche della protagonista, mettendosi al suo fianco e facendo percepire allo spettatore non solo la confusione rispetto a un mondo che Alma non comprende fino in fondo, ma anche gli effetti della malattia mentale di cui soffre.
Undone è una delle serie più interessanti di questa seconda parte di 2019 nonché una delle novità più originali dell’anno e si distingue sia per una storia che non presta il fianco a facili stereotipi sia – e forse soprattutto – per la capacità di mettere al servizio del proprio racconto uno stile atipico e ricco di potenzialità.
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