Dai primi di gennaio 2023 è disponibile su Netflix la seconda stagione di Ginny & Georgia, nuovo teen drama che punta a rievocare i fasti di Una mamma per amica, smussandone i contorni da commedia per affondare le mani un po’ in tutti i generi possibili.
Le due protagoniste sono loro: la giovane Ginny (Antonia Gentry) e la non molto più vecchia madre Georgia (Brianne Howey). Assieme al piccolo Austin, non sono proprio il ritratto della normale famiglia di Wellsbury: Georgia ha avuto la sua prima figlia a soli 15 anni e dopo anni difficili tra povertà e una stola di amanti, ora si sono trasferiti nuovamente. Dopo alcune iniziali difficoltà, la nuova città sembra averle accolte al meglio: Ginny ha delle amiche, un fidanzato, addirittura un amante e teme per questo di ricalcare le orme della instabile (economicamente e sentimentalmente) madre, al contempo in fuga dal suo passato.
Nel finale della prima stagione, la teenager ha iniziato a grattare sulla superficie di pretenziosa perfezione e quello che ha scoperto l’ha portata a fuggire dal padre assieme al fratellino, salvo poi fare ritorno e iniziare una guerra di posizione con la madre. In gioco, così crede, c’è la sua definizione come donna e pare del tutto intenzionata ad allontanarsi dai canoni di ipocrisia e apparenza imposti da Georgia. Nel calderone vanno anche buttate le relazioni dell’avvenente madre con il sindaco della città, le indagini per la morte dell’ex marito e tutte le traversie che riguardano il gruppo di giovani della scuola.
Presa come serie teen comedy a tinte drama, Ginny & Georgia ha chiaramente dei meriti e una sua godibilità immediata: personaggi intriganti, dinamiche cesellate e la riproposizione del binomio mamma-figlia già apprezzato nella serie sulle Gilmore Girls. Con le loro nette differenze: Ginny non vuole avere la madre come migliore amica, tenta anzi in tutti i modi di non assomigliarle, appesantita dalla sua ipnotica bellezza e soprattutto timorosa che i suoi lati oscuri finiscano per diffondersi come un veleno. Tutti elementi che mettono lo show Netflix sotto l’etichetta generica del “si fa guardare”.
A pesare, parecchio, è la sensazione che sia un’altra serie scritta seguendo passo passo le linee guida dettate dal fantomatico “Algoritmo”. In Ginny & Georgia c’è tutto, ma veramente tutto: problemi familiari, amori teen, identità di genere, razzismo, femminismo, auto-lesionismo, sesso, politica, thriller… Una moltitudine di temi che sembrano studiati col solo obiettivo di spuntare ogni casella necessaria a farla approdare sulla piattaforma e finire così nei “Forse ti può interessare anche” degli utenti.
La schizofrenia con cui si passa da un tema all’altro, limitandosi a sorvolarlo con superficialità drammatica, diventa ben presto fastidiosa e impedisce un pieno coinvolgimento emotivo coi personaggi, rendendone alcuni particolarmente odiosi e schiacciandone altri contro un muro di palese inutilità o – peggio – di puro servilismo alla scrittura. Una serie mappazzone, forse goduriosa da mangiare ma dalla difficile digestione.
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