La storia di Phillys Schlafly sembra fatta apposta per essere raccontata in una serie televisiva o in un romanzo e benché in Italia non sia famosissima, negli Stati Uniti l’attivista di Saint Louis ha rappresentato un momento storico e politico di grande importanza, giustamente adattato nella nuova miniserie Mrs. America, dall’8 ottobre su Timvision.
Negli Stati Uniti lo show è stato prodotto da FX e distribuito sui sul canale via cavo sia in streaming su Hulu, ottenendo un notevole successo anche grazie alla partecipazione di Cate Blanchett sia in veste di produttrice che in quella di attrice protagonista.
La miniserie è ambientata negli anni Settanta e racconta la storia di Schlafly, del movimento politico di cui è stata la guida e dei suoi rapporti conflittuali con il femminismo liberal, che in quegli anni era rappresentato da figure iconiche come Gloria Steinem e Betty Friedan, per le quali Schlafly era una vera e propria avversaria politica, come lo show non manca di sottolineare.
Dal punto di vista formale Mrs. America eccelle in tanti aspetti, in particolare per quanto riguarda la meticolosità della ricostruzione storica, esibendo una maniacale cura per ogni dettaglio dell’epoca, facendo così immergere lo spettatore in un mondo che, pur essendo temporalmente distante dal suo, appare riportato in vita in tutte le sue peculiarità.
Sia il pilot sia altri episodi sono diretti da Anna Boden e Ryan Fleck, coppia che ha già dimostrato di sapersi muovere in produzioni molto più dispendiose di queste quando è stata alla guida registica di Captain Marvel. L’ideazione e la scrittura fanno capo a Davhi Waller, autrice formatasi nella writers’ room di Mad Men e in effetti non sono pochi i punti di continuità con la serie di Matthew Weiner, sia per quanto riguarda lo sguardo sul passato che rispetto all’utilizzo di un momento storico antecedente al nostro per parlare anche del presente.
Mrs. America è una miniserie abbastanza tradizionale, che grazie a ottimi valori produttivi è caratterizzata da una confezione lussureggiante, esaltata da un cast che oltre a Blanchett vede interpreti di grande valore come Rose Byrne, John Slattery, Uzo Aduba, Elizabeth Banks, Sarah Paulson e Margo Martindale. La narrazione è avvincente e multisfaccettata, per quanto non particolarmente innovativa dal punto di vista della struttura, fatta eccezione per l’episodio numero otto, vera gemma della serie.
Non è tanto frequente vedere racconti d’epoca così tanto incentrati sul ruolo delle donne nella storia, anche perché qui non si tratta di un solo personaggio ma di un vero e proprio discorso politico sulla condizione femminile e sulle azione concrete compiute da vasti gruppi di donne mirate alla conquista di diritti fondamentali. Per questo e per tanto altro Mrs. America è una serie da non perdere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA