Dopo il meraviglioso dittico ischitano L’amica geniale torna a raccontare la vita quotidiana delle protagoniste e servendosi di un sesto episodio di raccordo, in grado di sintetizzare una parte molto complicata del romanzo, si lancia in una doppietta finale di episodi che rilancia la serie con ancora più ambizione.
Le protagoniste ormai sono lontane e non sono più quelle di una volta, non solo perché cambiate in maniera irreparabile dai traumi e dalle ferite che la serie ci ha mostrato con grande efficacia, ma anche perché hanno intrapreso due strade molto differenti, sia perché costrette a subire le scelte altrui, sia perché hanno avuto a seconda dei casi più o meno coraggio di rischiare.
Una che ne ha avuto tanto ultimamente è stata Lenù, che dopo l’incubo sull’isola campana ha deciso di voler contare solo su se stessa, di inseguire prima di tutto i propri sogni e i propri obiettivi senza appoggiarsi più a relazioni concrete come quella con Lila o ad altre immaginarie come quella ipotetica con Nino.
La sua nuova vita a Pisa è il risultato di queste scelte, è la strada per un’autodeterminazione grazie alla quale si riesce ad emancipare almeno in parte dalla melma tossica in cui è cresciuta, potendo in questo modo anche aprire i propri orizzonti conoscendo un mondo notevolmente più ampio.
Il settimo episodio comincia proprio con un contesto a noi sconosciuto, quello pisano, e con Franco Mari, un ragazzo che non abbiamo mai visto e da cui siamo incuriositi. È il classico studente di buona famiglia, molto ricco (come quasi tutti quelli che frequentano la Normale) e con in testa ideali rivoluzionari. Soprattutto, però, è il compagno di Lenù e sebbene inizialmente li vediamo trascorrere bei momenti insieme, immediatamente scopriamo che il pattern che piace alla protagonista non è ancora mutato perché anche Franco è preso soprattutto da sé stesso, nonostante si dedichi molto a lei. Pur non vivendo la lotta di classe sulla sua pelle perché privilegiato, è pervaso dalla voglia di lasciare un segno e lottare fianco a fianco agli operai e non ci pensa due volte a mollare l’università e Lenù di punto in bianco.
In questo modo la serie ha l’opportunità di mostrare la protagonista nella sua nuova vita e in particolare verificare la tenuta del suo rapporto con Napoli, con la famiglia e in particolare con la madre. I momenti in cui quest’ultima, arrivata a Pisa in treno spinta da un sentimento di protezione commovente, si prende cura della figlia febbricitante a casa sono tra i più belli dell’episodio e sono carichi di un messaggio in grado di parlare a tutti.
La sua vita conosce però una svolta significativa nel momento in cui incontra Pietro Airota, uno dei pochissimi personaggi maschili positivi della serie (almeno fino a questo momento) che offre alla protagonista un punto di vista completamente nuovo sulla mascolinità.
Grazie a questo nuovo personaggio, infatti, L’amica geniale si dimostra capace di fare una riflessione molto approfondita sui modi differenti di essere maschi così come sulle diverse facce dell’amore. Il suo corteggiamento è davvero tenerissimo e la storia tra i due è perfetta per mostrare anche lo squilibrio di classe che c’è tra i due giovani studenti: se Lenù è di estrazione sociale molto povera, infatti, Pietro viene da una famiglia ricca con un padre che è tra le figure più prestigiose dell’accademia universitaria italiana. Attraverso una serie di dialoghi molto sottili L’amica geniale ci mostra anche lo snobismo e il classismo del padre e riconduce l’emancipazione della sorella maggiore a una condizione sociale più agiata della media.
In una Napoli che sembra un altro mondo troviamo Lila, fuggita da un rione che ormai si è dimenticato completamente di lei, nonostante fosse una delle figure più carismatiche e ammirate. Al suo posto c’è Ada come nuova compagna di Stefano al posto di suo figlio ce n’è un altro.
Lila è scappata con Enzo, il quale pur di stare con lei accetta di vivere sempre in una condizione di amore non corrisposto, non mancandole però mai di rispetto. Quella di Lila è ormai un’esistenza distrutta dallo sfruttamento e dalla sofferenza, è la vita di una donna che ha deciso di contare solo sulle proprie forze e di dare tutto per suo figlio, anche a costo di carichi di lavoro estremamente usuranti.
La delicatezza e l’emozione che accompagnano l’incontro tra le due protagoniste sono indescrivibili a parole, anche perché amplificate dalle interpretazioni di due attrici che conferiscono ai personaggi grande intensità. Dopo aver visto cosa significa il privilegio pranzando con la famiglia di Pietro, Lenù lo confronta con la vita di Lila toccando con mano le difficoltà della sua attuale esistenza e capendo quanto facilmente si possano perdere sogni e interessi quando l’unica cosa che conta sono i bisogni primari.
La seconda stagione di L’amica geniale si chiude con un twist improvviso (che non riveliamo), che apre il racconto a scenari imprevedibili, ma che suggella anche un’annata magnifica, confermando la qualità eccellente della serie sia dal punto di vista narrativo che formale, posizionandosi così tra i vertici della televisione italiana.
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