Fast & Furious: le origini del mito

Retrospettiva sulla saga a base di macchine & muscoli creata da Vin Diesel

Fast & Furious: le origini del mito

Retrospettiva sulla saga a base di macchine & muscoli creata da Vin Diesel

Narra Rob Cohen, regista del primo Fast & Furious, che l’ispirazione per il film gli venne leggendo un articolo sulla rivista Vibe che raccontava il fenomeno delle corse illegali nelle strade di New York – e che si convinse della bontà del progetto dopo averne vista una dal vivo a Los Angeles. Non sappiamo se si tratti di una licenza poetica o se le cose siano andate veramente così, fatto sta che Fast & Furious era il film perfetto per l’anno in cui è uscito (il 2001). Spaccone ed esagerato, univa il gusto per l’estremo tipico dell’exploitation con una (sotto)cultura tamarra e sbruffona ma comunque sincera e viscerale, un mondo (quello delle corse clandestine) nel quale si vive un quarto di miglio alla volta e tutti gli abbellimenti (belle donne, macchine pimpate, gioielli costosi, hip-hop e chitarre metal) scompaiono nel momento in cui si accende il motore e si scende in pista. F&F, poi, ci ha regalato il primo, vero indimenticabile personaggio di Vin Diesel, quel Dom Toretto che con la sua fissa per la famiglia e l’onore è riuscito a donare una terza dimensione a un personaggio altrimenti classicissimo. Ancora oggi, le sequenze di corsa sono tra le migliori mai viste al cinema, e non guasta che il resto del cast – Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, fa eccezione il povero Paul Walker, inespressivo plot device che ci portiamo dietro da allora – abbia un’alchimia speciale che traspare da ogni scena. Pur con i suoi limiti (quelle corse illegali erano interessanti nel 2001, meno al giorno d’oggi), F&F resta uno dei migliori capitoli della saga.

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